“Le direttrici protese nello spazio, in Boccioni come in Gehry, sono sì rettilinee, ma nella tensione a fendere l'aria si deformano. La retta diventa arco, parabola, appunto traiettoria”
Questa frase a mio avviso racchiude tutta l’essenza dello stile Frank Gehry, e soprattutto di una delle sue opere più rinomate il Museo Guggenheim di Bilbao. Quest’opera colossale realizzata nel 1997 e che non solo riesce a stravolgere l’ambiente e la concezione urbana dove viene costruita, infatti per questo progetto, Gehry ha scelto un'area industriale semi-abbandonata tra il centro della città e una nuova area di espansione suburbana lungo il fiume. Collegando i tre poli, Gehry ha dimostrato come il pensiero urbano e plastico possa migliorare le aree di scarso valore, disfare le rovine e ricollegare la città al fiume e la periferia al centro. Aggrappandosi e sollevandosi con una ferocia meccanica, crea cavi, piazze, banchine attrezzate e spazi per le persone.
Nella frase precedente troviamo il nome di Umberto Boccioni, è stato un pittore e scultore italiano, noto principalmente per essere stato uno dei principali esponenti del movimento futurista. Le sculture di Boccioni erano caratterizzate da una ricerca innovativa nella rappresentazione del movimento e della dinamica delle forme. Il suo approccio scultoreo si allontanava dalla tradizione statica e monumentale, cercando invece di catturare il dinamismo e la trasformazione continua delle forme nello spazio.
La stessa cosa la possiamo rivedere nell’opera di Gehry, mentre le idee di Boccioni sono sculture architettoniche, Gehry realizza architetture scolpite. Boccioni non ha idea di un interno abitabile, mentre l'opera di Gehry è potente sia all'esterno che all'interno. L'atrio alto 50 metri (che abbraccia a distanza il principale museo di Frank Llyod Wright a New York, il Grande Cavo del Guggenheim, completato a spirale nel 1959) è uno spazio assolutamente incredibile, mutevole e tortuoso, aperto e fluente di luce. Da questo centro si diramano sale espositive, servizi, un bookshop e un'area relax. Perché i musei di oggi creano spazi per le persone sia all'esterno che all'interno. Leggere libri, accedere a un'ampia gamma di media, chiacchierare davanti a un panino: insomma, possono scegliere il grado e il tipo di interazione con l'arte e vivere all'interno del museo. Gli interni sono sempre vivaci, plastici e indimenticabili. Come una cattedrale, fa alzare la testa e trattenere il respiro. Una grande e sottile struttura ad arco, alta 30 metri e lunga oltre 100, ospita una grande installazione ed è posta sotto il ponte che circonda lo spazio.