Durante il corso delle lezoni abbiamo anallizzato quello che è l'elemto del Catalizzatore ossia:
"Un agente che consente a una reazione di avvenire"
Nella storia abbiamo avuto vari catalizzatori, se per il rinascimento è stata la "prospettiva", nell''epoca industriale l'elemento catalizzatore è invece la "trasparenza". Inoltre di ogni catalizzatore della storia possiamo dire:
"agisce nella combinazione, direzione e senso che assumono molteplici sostanze poste in sua presenza"
Concluso però questo preambolo la domanda viene scontata. Qual è il catalizzatore dell'epoca odierna?
La risposta è "Interattività". Quest'ultima è il catalizzatore di questa fase perchè:
1) Al suo interno ricade il sistema di comunicazione basato sulla "possibilità di creare metafore"
2) L'interattività pone al centro il soggetto dando spazio alla variabilità e alla personalizzazione
3) Crea la possibilità di creare modelli tecnologici interconnessi
4) Gioca con il tempo e lo riconfigura spazialmente
Nasce però adesso la criticità di trovare un estetica a questo catalizzatore, e quindi un modo visibile e tangibile di realizzare queste interconnessioni e personalizzazione a seconda della relazione con il soggetto.
"L'architettura deve essere a immagine e somiglianza dell'informatica"
A questo quesito non siamo riusciti ancora ad arrivare ad una soluzione definitiva ma nel corso degli ultimi decenni il mondo tecnologico si sta spingendo sempre più avanti in questo campo attraverso le cosiddette "Protesi Tecnologiche" e attraverso nuove tipologie di materiali adoperati nelle nuove architettura.
Una di queste nuove protesi è l'ultima uscita in casa Apple ovvero il suo visore questo infatti permette un nuovo punto di riferimento in quanto grazie agli ologrammi permette di interagire con l'ambiente che ci circonda in maniera del tutto nuova, creando nuovi piani e potendo modificare la percezione dello spazio che ci circonda.
In ambito architettonico invece abbiamo l'introduzione di nuovi elementi e materiali, quali sensori che possono ricevere i dati climatici e adattare la struttura a seconda delle evenienze, oppure l'utilizzo di materiali che possano mutare attraverso le microfibre nei rivestimenti.
Tra le architetture moderne che utilizzano questa tipologia di pensiero troviamo sicuramente l' Allianz Arena di Monaco. Progettata dagli architetti Herzog & de Meuron, è composta da pannelli traslucidi in ETFE (etilene-tetrafluoroetilene), un materiale plastico ad alta resistenza e trasparenza. Questi pannelli riflettono la luce e creano effetti di illuminazione spettacolari, trasformando la facciata in una sorta di "scultura luminosa" visibile da lontano. I pannelli in ETFE sono retroilluminati da un sistema di illuminazione LED che consente di cambiare colore, creando così spettacoli di luce dinamici. Questa funzionalità è stata utilizzata per personalizzare l'aspetto esterno dello stadio in base agli eventi in corso, come le partite di calcio, eventi culturali o celebrazioni speciali. Gli elementi in ETFE sono costituiti da piccoli cuscini o pannelli gonfiabili, che possono essere riempiti di aria per creare la forma desiderata. Questa caratteristica conferisce alla facciata un aspetto tridimensionale e dinamico.
Altra architettura cardine di questa tipologia di edifici è il Blur realizzato per l'Expo svizzero del 2002, la grande piattaforma è prima di tutto informazione, l'edificio grazie a un sistema tecnologico muta costantemente al variare di determinati valori quali: temperatura, umidità, vento ecc. La nuvola di acqua è quindi in costante mutazione è questo permette di scorgere una volta un pezzo, una volta un altro delle struttura d'acciaio. Rimane tutt'oggi un esempio convincente di interattività che può modificare l'architettura.